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PSICOTERAPIA

Individuale, di coppia, familiare

Le persone conferiscono senso alla loro vita attraverso il racconto delle esperienze vissute. L'atto stesso di narrare fornisce l'opportunità di creare una versione differente della nostra storia, non cancellando ciò che è stato, ma aprendo nuovi significati.

La terapia è il contesto in cui tale riscrittura può avvenire inserendo il sintomo (attacchi di panico, fobie, depressione, disturbi psicosomatici, disturbi del comportamento alimentare, dipendenza, ecc.) all'interno di un contesto familiare, relazionale e socio-culturale, in cui possa dare voce al suo significato. 

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PSICOTERAPIA: DOMANDE e RISPOSTE

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  • Quando tempo dura una psicoterapia?

La durata di una psicoterapia non è prevedibile a priori. Ogni persona, coppia o famiglia, con la sua storia, è unica e irripetibile. Solitamente dopo un primo colloquio conoscitivo propongo 3-4 colloqui di consulenza; questi sono indispensabili per comprendere la situazione e le modalità di intervento. Questo periodo di conoscenza serve anche al cliente per capire il mio modo di lavorare e valutare come si trova nel setting terapeutico. Durante la prima telefonata dico sempre che il terapeuta è come un paio di scarpe: per capire se va bene bisogna provarlo ! 

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  • Quanto dura un colloquio e con che frequenza devo venire?

In un percorso di psicoterapia individuale un colloquio dura 50 minuti, mentre la psicoterapia di coppia e la psicoterapia familiare   necessitano di 80 minuti. Inizialmente la frequenza che propongo è settimanale, successivamente si riduce a due volte a settimana.

La frequenza è definita sempre in accordo con il cliente e in base alle sue esigenze.

In qualsiasi momento il cliente può richiedere al terapeuta una riduzione o un aumento della frequenza dei colloqui.

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  • Se non mi trovo bene posso interrompere?

Assolutamente si! Chiedo solo al cliente di essere disponibile per un ultimo colloquio di restituzione rispetto al percorso svolto fino a quel momento.

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  • Come posso essere certo che ciò che le dico sia custodito al sicuro?

Lo psicologo è tenuto al rispetto del segreto professionale secondo l'articolo 11 del Codice Deontologico che cita testualmente "Lo psicologo [..] non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate".

Tuttavia lo psicologo può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale se ricorrano le ipotesi previste dall'articolo 12, ovvero in caso di testimonianza per la quale occorre valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione, e dell'articolo 13  nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia. In quest'ultimo caso lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi.

 Per maggiori informazioni si consulti il sito http://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani

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